ONDATA DI MORTI IN CARCERETRA SUICIDI E ALLARME ROSSO

  • Categoria dell'articolo:News
  • Tempo di lettura:3 minuti di lettura
Al momento stai visualizzando ONDATA DI MORTI IN CARCERETRA SUICIDI E ALLARME ROSSO

LA CAMERA PENALE DI CATANIA CHIEDE UN INCONTRO URGENTE CON IL GARANTE REGIONALE DEI DETENUTI

Il dramma si consuma torbidamente, spesso in silenzio. Poco risalto e poca attenzione sociale. Molti sussurri e parecchia angoscia. Nelle carceri siciliane sono morti alcuni reclusi; taluno di loro stava protestando con il civile mezzo
dello sciopero della fame. E’ il grido dei dimenticati. Sale così vertiginosamente e proprio a partire dalla
nostra terra, la tragica percentuale di morti in carcere.

Tutto cio’ deve destare un allarme speciale, merita una adeguata attenzione ed esige risposte serie e ponderate da ogni prospettiva; dalla sede giudiziaria a quella amministrativa; dalla crisi infrastrutturale a tutto cio’ che rappresenti, in casi come questi, lo Stato e la sua concezione.

Uomini entrati in un penitenziario e licenziati perche’ morti (a fronte di uno Stato che dovrebbe garantire
loro la vita, la salute, il primato della legge ma anche quello della vera giustizia), propongono un tema
caldo, forse meglio dire bruciante. E’ inaccettabile che avvenga tutto cio‘; ed è ripugnante la connessa cultura del silenzio.
I penalisti catanesi non possono restare inerti o rassegnati di fronte a tutto questo. Si è appreso che il Garante Santi Cunsolo ha esaminato gli atti relativi agli ultimissimi tragici avvenimenti e si prefigge di portare avanti le
indispensabili e opportune iniziative di sua competenza.

La questione, tuttavia, non è risolvibile con astratti richiami alla “burocrazia“ , alle distonie del
“sistema” e via dicendo. Tutto cio’ è surreale, vago, e fa il paio con una sorta di deresponsabilizzazione
diffusa, che non è piu’ neppure possibile ipotizzare. Si devono risposte a madri, fratelli, figli, congiunti.
Spesso, a monte di gesti estremi, vi possono essere state decisioni inadeguate e solo securitarie.

La politica del ”tutti dentro” non è la migliore possibile. Esistono molti casi in cui le misure
alternative alla carcerazione (anche solo in sede cautelare) vengono disapplicate o ignorate pur di
rivendicare la dura intransigenza di uno Stato non piu’ credibile il quale ritiene, che con la forza e nella
forza, si possa trovare il rimedio per i suoi troppi mali. Tutto cio’ va denunziato e vanno assunte decisioni
concrete ed immediate. E’ per questo che la Camera Penale di Catania ha chiesto un incontro urgente con il Garante dei
detenuti della Regione di Sicilia; al fine di fare il punto sulla situazione; proporre soluzioni svolgendo
adeguate analisi in ordine a tutto cio’; analizzare condizioni e decisioni che possano avere determinato
i fatti che qui ci occupano. Va ribadito energicamente che la vita del detenuto è esattamente identica, per valori, contenuti,
prospettive e necessita’ di tutela, a quella di tutti gli altri uomini di questo pianeta. Su tale aspetto e sui suoi valori significanti, non è consentita alcuna rinuncia ne’ transazione.

A Cura del Direttivo della Camera Penale

“Serafino Fama’”
di Catania